Il muro alla Carnot

Lungo i quattro lati del poligono che guardano la campagna, alla base del fossato è posta una muratura alta circa m. 16. , comunque protetta dalla vista e dal tiro dell’artiglieria nemica da un alto terrapieno. Nella parte interna del muro sono ricavate delle nicchie con tre feritoie interne. In queste nicchie su un basamento in pietra si posizionavano i fucilieri in modo tale da sparare con tiro radente su chiunque si trovasse nel fossato, lungo il controspalto o alla sommità del piano di campagna. Ad intervalli regolari, sono posti dei muri trasversali detti traverse con la funzione di rinforzare il muro alla Carnot e nel contempo proteggere i fucilieri dalle schegge dei proiettili durante un eventuale bombardamento nemico. Il fossato esterno si collega con un terrapieno con forte inclinazione raccordato nella parte finale al piano di campagna.

Questi sistemi difensivi tratti dagli studi teorici di Montalembert e del Carnot trovarono applicazione nella scuola “tedesca” e prussiana in particolare.

Marc-Renè de Montalambert (1714-1800) nel suo trattato sulle fortificazioni fu il primo che elaborò l’idea del campo trincerato (piazzaforte difesa dalla sua cinta muraria e da una o più serie di forti staccati).

Lazare-Nicolas-Marguerite CARNOT (1753-1823) ufficiale del genio dell’esercito francese, poi Ministro della Guerra sotto Napoleone nel 1800, ha elaborato alcune teorie di architettura militare, tra queste quella di realizzare un muro alla base del fossato (delle mura urbane o dei forti) con compito di difesa da attacchi di fanteria nemica, che prenderà il suo nome.