ASSOCIAZIONE SANTA LUCIA

Festeggiamenti di Santa Lucia - I ciechi a Verona e nel mondo - La fantastica notte del 13 dicembre - La storia del territorio

 
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Notice

Regolamento originale del Forte Gisella

Archivio di guerra - Vienna

 

Il documento originale (vedi foto della prima pagina) si trova presso il “ Kriegs Archiv “ di Vienna e indica le direttive dettagliate per la guarnigione di stanza nel forte .

(è possibile vedere il documento ingrandito cliccandoci sopra . Cliccandoci sopra nuovamente è possibile ingrandirlo fino ai minimi dettagli).

Trascrizione e traduzione in italiano di Thomas Pavelzik .

Direttiva nr. 17 per la difesa del manufatto Gisella

Il Comandante del manufatto è l'ufficiale della guarnigione con più anzianità nel rango, senza distinzione d'Arma; il suo vice è l'ufficiale che lo segue come anzianità.  Il Comandante ha l'obbligo di tenere il suo vice precisamente informato su tutto, così che nel caso di improvviso cambio del comando non si verifichino conseguenze negative.
Al Comandante vengono affiancati come consiglieri, se la situazione lo permette, ufficiali dell'Artiglieria e del Genio, i quali ottengono le loro istruzioni particolari e conducono gli affari speciali della loro Arma con il consenso del Comandante.
Il Comandante ha l'obbligo di mettersi ad esatta conoscenza delle proprie mansioni, così da essere in grado di prendere provvedimenti necessari in ogni situazione possibile, e da non essere preso alla sprovvista da nulla.  E' suo obbligo avere una esatta conoscenza del manufatto che occupa, degli armamenti, delle munizioni e delle scorte di viveri, oltre che dello stato della guarnigione.  Deve essere a conoscenza della ragione d'essere non solo del proprio manufatto, ma anche dei manufatti che lo affiancano.  Attraverso una ricognizione accurata deve procurarsi una conoscenza precisa non solo del territorio che lo separa dai manufatti che lo affiancano, ma anche del territorio retrostante e di tutte le sue vie di comunicazione, così da essere in grado di orientarsi perfettamente sia di giorno che di notte.
Il Comandante si occupa del grado di preparazione del manufatto, delle disposizioni di servizio e della sicurezza militare, e conduce la difesa.
Lo stesso è sottoposto direttamente al Comando di Fortezza (n.d.t.:  il Comando di Castel Vecchio) al quale ha da riferire immediatamente ogni avvenimento importante e dal quale ottiene le sue direttive, di norma attraverso il quotidiano Ordine di Servizio del Comando di Fortezza.

Posizione
Il manufatto si trova 5000 passi a sud-ovest dell'ansa principale destra dell'Adige e 2000 innanzi a S.ta Lucia sulla strada mantovana.

Scopo

Lo scopo principale di questa postazione è, come per ogni postazione, la protezione del deposito interno da attacco nemico.  In particolare, questo manufatto ha anche il compito di proteggere i vicini manufatti "Principe Ereditario Rodolfo" e "Nuova Bratislava", in caso di attacco contro di essi, attraverso un possente cannoneggiamento dai fianchi, dato che questi formano un angolo di 100' con il prolungamento delle facciate dei suddetti manufatti.  Infine, questo manufatto ha il compito di impedire con la massima forza le irruzioni nemiche tra i due manufatti vicini o tra le batterie intermedie.

Descrizione

Il manufatto è a forma di semicerchio chiuso alla gola ed è formato dalla cinta esterna e dal Ridotto.
La sicurezza della cinta esterna viene raggiunta innanzi le facciate ed i fianchi attraverso un muraglione, ed alla gola da una scarpata.
La protezione del muraglione viene ottenuta attraverso delle Boccare, collocate alle due spalle, per artiglieria e fucili.  La protezione della gola avviene attraverso una Boccara collegata con le casematte di gola, anch'essa predisposta per la difesa attraverso artiglieria e fucili.  In ognuna delle 3 Boccare si trovano 4 aperture per cannoni, così che ogni lato della cinta esterna viene coperto da 2 cannoni.  Per la comunicazione con entrambe le Boccare di spalla vi sono passaggi sotto il vallo.
Al sentiero di ronda dietro il muraglione si accede direttamente dalle Boccare.
La gola del manufatto è ricoperta di terra ed è tagliata in due da un passaggio centrale il quale conduce alla Boccara di gola.
Le casematte di gola si congiungono ad entrambi i lati con dei passaggi d'ingresso provvisti di cancelli e ponti levatoi; i passaggi d'ingresso vengono protetti da gallerie per fucili.
Il Ridotto, a prova di bomba, contiene due pezzi d'artiglieria ed è protetto verso la gola da un muraglione, il quale è collegato alle casematte di gola attraverso due muri laterali, così che Ridotto e casematte di gola costituiscono un insieme che contiene due cortili e che è idoneo ad una difesa autonoma anche dopo la perdita della cinta esterna.
Sulle facciate del Ridotto rivolte verso il vallo si trovano ad entrambi i piani delle gallerie per fucili, delle quali quella superiore serve a coprire la corona del vallo, quella inferiore a coprire la parte inferiore della sua scarpata interna.


Guarnigione del manufatto
Le due Boccare assieme
Per l'operazione dell'artiglieria  16 artiglieri 24 fanti
Nelle gallerie per fucili    24 fanti
Il percorso di ronda dietro al muraglione
Alle due facce assieme        50 fanti
Ai due fianchi assieme        30 fanti
Nella Boccara di gola
Per l'operazione dell'artiglieria  8 artiglieri 12 fanti
Nelle gallerie per fucili    12 fanti
Sul vallo
Per l'operazione dell'artiglieria  48 artiglieri 62 fanti
Per la difesa del muraglione interno    30 fanti
Di riserva
I restanti 76 fanti ed artiglieri
Ai ponti levatoi    2 genieri
I restanti genieri sono destinati agli ingressi del Ridotto e delle Boccare, per provvedere alla chiusura e l'apertura degli stessi, o ad altri compiti.
Per attivare il più presto possibile la guarnigione del manufatto in caso di allarme è necessario acquartierare gli uomini il più vicino possibile agli obiettivi loro destinati.
Nei Ridotti vengono acquartierati quegli individui che devono provvedere alla loro difesa.
In caso di difesa del manufatto ogni obiettivo viene provvisto, con attenzione all'Arma di appartenenza, di un suo comandante specifico il quale deve essere ben istruito sul proprio compito.
Gli uomini di riserva per il muraglione esterno e per la corona del vallo devono suddividersi in maniera equa tra i corridoi delle due spalle del ridotto; lo squadrone destinato alla difesa dei cortili devono riunirsi nei cortili interni.
La squadra destinata all'occupazione del muraglione esterno deve dirigervisi attraverso i corridoi delle Boccare, ma nel caso il nemico prepari un attacco con cannoneggiamento questa dovrà attendere nei corridoi la cessazione del fuoco.


Difesa.  La difesa si differenzia in base alle quattro modalità di attacco
a.  l'aggressione improvvisa
b.  l'assalto frontale
c.  il bombardamento
d.  l'assedio formale

L'aggressione improvvisa avviene normalmente di notte oppure alle prime luci dell'alba, quando è più probabile che gli uomini di guardia si lascino sopraffare dal sonno.  Il nemico avanza con più rapidità e forza possibile contro il manufatto e cerca di impadronirsi delle entrate oppure di penetrare - con l'ausilio di scale - all'interno del manufatto.
Questo tipo di attacco può avere successo unicamente nel caso di un servizio di sicurezza completamente trascurato, ovvero quando il nemico giunge al manufatto prima che questo sia pronto alla battaglia.  Il Comandante deve quindi far eseguire alla lettera le misure di sicurezza previste per il manufatto e determinare in base alla propria valutazione il numero delle postazioni di avvistamento e delle pattuglie di collegamento con la postazione avanzata principale.
Non appena una postazione di avvistamento o una pattuglia annuncia l'avvicinamento del nemico dev'essere messa in allarme la guarnigione ed ognuno deve affrettarsi a raggiungere la posizione assegnatagli.
Il sottufficiale di artiglieria che ha in custodia le chiavi delle inferriate sulle feritoie dei cannoni ha il compito di aprirle e di caricare immediatamente i pezzi di artiglieria e, là dove esiste l'attrezzatura per illuminare il fossato, di mettere la stessa in azione.
I cannoni che si trovano sul vallo principale sono da caricare con il tipo di munizione che il comandante di artiglieria ritiene essere più adatto alla distanza del nemico.
Di notte è, per la valutazione di questa distanza e per riuscire a sparare correttamente, da illuminarsi il perimetro esterno con dei fuochi, così come è da illuminare il vallo, a meno che non si preferisca di preparare tutto nel massimo silenzio così da consentire al nemico di giungere in prossimità del manufatto per poi infliggergli le massime perdite possibili.
Le pattuglie e le vedette che rientrano al manufatto sono da lasciar entrare con la massima cautela ed i ponti levatoi da alzare.  Quelle pattuglie che non si possono far rientrare devono ritirarsi fino al perimetro principale.
Attraverso l'osservanza di queste regole il nemico dovrebbe ben presto giungere alla conclusione che la sorpresa non gli sia riuscita e che gli rimanga unicamente da ritirarsi oppure da tentare di scalare le mura.  Nel primo caso la guarnigione deve mantenere la propria posizione fino a giorno pieno, quando si può presumere che il nemico non rinnoverà la sua aggressione.
Il ritiro completo del nemico potrà essere confermato in maniera migliore attraverso delle pattuglie.
Nel secondo caso scatta la difesa contro l'assalto frontale, della quale parleremo oltre.


L'assalto frontale differisce dall'aggressione improvvisa in quanto il nemico cerca di riuscire, attraverso uno sbarramento con fuoco di artiglieria, a scalare il vallo ad ogni costo senza prima aprire una breccia nella cerchia difensiva o distruggere completamente i mezzi di difesa.  In ogni caso, i difensori sono in grado di prendere i provvedimenti necessari per far cessare l'assalto.  Non appena ci si accorge che il nemico ha l'intenzione di piazzare delle batterie bisogna ivi dirigere l'incessante e ben mirato fuoco di tutti i cannoni puntati nella giusta direzione.  Dovesse nonostante tutto riuscire al nemico di piazzare le proprie batterie, oppure nel caso che la loro costruzione non fosse stata osservata in tempo, l'artiglieria del manufatto ha da ingaggiare quella del nemico; in entrambi i casi si può contare sull'appoggio dei manufatti vicini.
Qualora il nemico interrompa il bombardamento e proceda all'assalto bisognerà sparare sulle colonne in avvicinamento dapprima con proiettili a frammentazione, poi con cartucce, così da ostacolare il loro progresso il più possibile.
In questo caso è necessario occupare quelle posizioni difensive non protette da artiglieria con i migliori tiratori di riserva della fanteria, i quali devono appoggiare la difesa attraverso l'impiego di colpi ben mirati; questo fuoco dev'essere mantenuto il più a lungo possibile.
Dovesse il nemico nonostante questo oltrepassare le contro-scarpe e penetrare nel fosso, allora inizia contro di loro il fuoco dei fucilieri tenuti in stato di allerta nelle Boccare, mentre dal vallo prosegue il fuoco contro il nemico in avvicinamento.  Naturalmente occorrerà proseguire il fuoco dalle Boccare finché vi sono nemici nel fossato.
Gli uomini che si trovano sul sentiero di ronda dietro il muraglione si collocano alle feritoie attraverso le quali si può meglio colpire il nemico penetrato nel fossato.  E' inoltre necessario occupare le tre feritoie che fiancheggiano più da vicino le Boccare, così da impedire che qualche pazzo si infili attraverso le aperture per i cannoni.
Se nel manufatto si trovano delle bombe a mano bisogna farne uso, buttandole nel fossato attraverso le feritoie.
Non è concepibile che, attenendosi a questa procedura, i nemici riescano a scalare in grande numero il muraglione di cinta.  I singoli che dovessero riuscire a raggiungere la corona del muraglione sono da abbattere o, qualora saltassero giù dal muraglione, da annientare tramite baionetta.
Dovesse il nemico ritirarsi bisognerà dal vallo arrecargli il maggior danno possibile.
Dovesse il nemico riuscire, attraverso massiccio uso di forza, a superare il muraglione in ampio numero dovranno essere aggrediti ed uccisi a baionetta dai militi di riserva nelle Boccare.  Dovessero i difensori stessi essere stati scacciati dal sentiero di ronda, allora dovranno ritirarsi nelle Boccare, mentre i fanti che si trovano in queste dovranno coprire la ritirata.
Dopo l'avvenuta ritirata dovranno essere immediatamente chiuse le porte di accesso al sentiero di ronda, ed il fuoco da fucile dovrà proseguire dalle feritoie delle Boccare fin quando non si può più raggiungere qualche risultato.
Nel frattempo il nemico tenterà di risalire la scarpata esterna del vallo e di impadronirvisi.  A questa intenzione bisogna opporsi ad arma bianca sulla corona, al che deve intervenire tutta la fanteria asservita all'artiglieria, per i qual motivo deve sempre avere i fucili a portata di mano.
Le riserve che nel frattempo restano nelle Boccare vengono utilizzate a supporto del posto più esposto al pericolo.  Gli artiglieri portano al sicuro i calcatoi e se possibile anche le munizioni nel cortile interno.
Se si riesce a scacciare il nemico dal vallo bisognerà metterlo sotto tiro dalle Boccare.  Se sono invece i difensori ad essere scacciati dal vallo, gli stessi si raccoglieranno nei cortili del Ridotto ed i fanti appostati nella galleria superiore del Ridotto prendono sotto tiro i nemici che si trovano sul vallo e tenta preferenzialmente di impedire la distruzione dei cannoni.  Bisogna ostacolare l'avanzata del nemico occupando le posizioni dietro i merli dei muraglioni attorno ai cortili.  Bisogna chiudere i cancelli, ridistribuire la truppa, occupare le gallerie esterne del Ridotto, distaccare degli uomini nell'eventualità si tentasse di forzare gli ingressi, e mantenere un fuoco ininterrotto.
Dovesse il nemico scoraggiarsi oppure giungere sostegno per il manufatto, la guarnigione dovrà attraverso sortite ed incursioni collaborare alla riconquista del forte.  Gli artiglieri si affrettano a raggiungere i loro pezzi e fa fuoco sul nemico in fuga.
Le situazioni qui paventate dovrebbero difficilmente verificarsi, dato che il manufatto non resta mai senza l'appoggio dell'armata stanziale o delle truppe di pronto sostegno, il che rende estremamente più difficile un attacco ai manufatti.  E' più probabile che si verifichi una battaglia generale in vicinanza dei manufatti, ai quali questi prendono parte in quanto punti di appoggio precostituiti.  La procedura da seguire in questo caso dipende dall'andamento generale della battaglia, e deve essere lasciata totalmente al giudizio del Comandante.  Deve però essere assunto a regola generale che la guarnigione in nessun caso debba prendere parte alla battaglia campale, dato che è destinata unicamente alla difesa del manufatto; la tenuta di questo è il suo compito più importante, che verrebbe messo in pericolo mandando in campo dei distaccamenti. bombardamento o cannoneggiamento del forte con pezzi di artiglieria di ogni tipo ha lo scopo di ottenere la resa del forte attraverso l'effetto dirompente del fuoco.
Durante il bombardamento, il Comandante deve ritirare la guarnigione nelle stanze a prova di bomba ed utilizzare contro il nemico esclusivamente quei pezzi che si trovano nelle posizioni più coperte.  La solidità del manufatto fa sì che il bombardamento provochi solo danni facilmente riparabili.
L'assedio formale difficilmente avverrà contro un solo manufatto, mentre è più probabile che venga simultaneamente intrapreso l'assedio di più di uno, così che al singolo manufatto non ricade alcun ruolo che si distingue dalle procedure generali di difesa, dato che le direttive del caso devono essere impartite di volta in volta.  In particolare è da tenersi conto dell'efficacia particolare dell'artiglieria e del genio, così da giungere ad azioni conformi alle regole dell'arte militare.
Le direttive in caso di assalto sono identiche a quelle esposte per l'assalto frontale, eccetto che i danni sofferti devono sempre essere riparati al più presto possibile, e specialmente di notte.
Osservazioni generali

Nessun estraneo deve avvicinarsi al manufatto o trattenervisi in prossimità.  A chiunque aspiri ad entrare nel manufatto bisognerà richiedere la parola d'ordine e, se questo è corretto, la controparola.
I cancelli verso l'esterno sono sempre chiusi e di notte i ponti levatoi sempre alzati.  Di giorno uno dei ponti levatoi può essere lasciato abbassato per facilitare la comunicazione con le pattuglie e col personale uscito dal manufatto per altri motivi.  In caso di grande vicinanza del nemico entrambi i ponti levatoi sono da tenersi alzati anche di giorno.  Le chiavi dei cancelli vengono in genere conservate dal Comandante e vengono affidate ad un ufficiale nel caso che vengano fatte uscire o entrare delle pattuglie o quando viene consentito l'ingresso ad altri militi.
Quando il manufatto viene visitato da alti ufficiali deve presentarsi a rapporto solo il Comandante e l'ufficiale di artiglieria.  Finché la sicurezza non è in pericolo deve essere concesso ogni possibile alleggerimento dei compiti; in ogni caso deve restare all'interno del manufatto almeno 1/3 della guarnigione.
Gli effetti personali vengono tenuti nelle proprie camere, anche in caso di attacco.
Ogni giorno bisogna finire il cibo preparato, e di ciò deve essere riferito nel rapporto del mattino.  Le scorte di viveri presenti nel manufatto devono essere sorvegliate dal Comandante in termini sia di quantità che di qualità ed egli deve far provvedere al regolare arieggiamento dei magazzini, soprattutto in quanto egli è responsabile della distribuzione corretta e dell'utilizzo assennato delle scorte.
Il momento a partire dal quale è consentito utilizzare le scorte di viveri e di materiali viene determinato dal Comando di Fortezza.  Fino a quel momento, acquisti di viveri e materiali devono essere effettuati secondo i regolamenti in atto.
Per la salute degli uomini è necessario distribuire due volte alla settimana cibi aciduli e seguire tutte le precauzioni contro le malattie, tra le quali appartengono principalmente la frequente permanenza nei luoghi aperti delle casematte, perché si perdono più uomini a causa di malattia che del nemico.
Le cisterne dei manufatti devono essere sorvegliate attentamente così che queste non vengano inquinate e non avvengano sprechi di acqua., dato che è estremamente difficile e non sempre possibile assicurare l'approvvigionamento attraverso apporti.
Ai malati ed ai feriti deve essere destinata una casamatta del ridotto, ove vengono loro fornite le cure ordinarie e d'emergenza da parte del medico di servizio nel manufatto; questi devono però alla prima opportunità essere trasferiti all'ospedale principale, per il qual motivo è stato organizzato un servizio regolare di ambulanze.  Nel manufatto è da tenere di scorta una barella per il trasporto dei feriti.
Il telegrafo ottico comunica col corrispondente nella torre di Castel Vecchio; la direzione dello stesso è compito di un ufficiale dell'artiglieria, mentre il suo in caso di ostilità può essere consentito esclusivamente dal Comandante.
La conservazione delle munizioni è un compito sacro, per poter intervenire con forza al momento giusto.  Di conseguenza bisogna evitare ogni fuoco d'artiglieria inutile, consentendolo solo quando la probabilità di colpire il bersaglio è alta.  Nemici singoli sono da lasciare ai tiratori della fanteria; pezzi di artiglieria ed anche bombe a frammentazione possono essere utilizzate solo contro gli ufficiali superiori nemici.
Gli addetti all'artiglieria devono essere costantemente addestrati.
Il rapporto del mattino deve essere inoltrato quotidianamente al Comando di Fortezza e contiene:
quantità di uomini, munizioni e provvigioni; numero e percorso delle pattuglie, oltre che ora della loro uscita.  Stato di manutenzione del manufatto, posizionamento del nemico.
Avvenimenti importanti vanno riferiti immediatamente.
Queste direttive, che istruiscono il Comandante sulle proprie responsabilità e le modalità di difesa e lo mettono in grado di adattare il proprio comportamento alle diverse necessità, devono essere tenute segrete e depositate al sicuro; ad ogni cambio di comando esse devono essere consegnate al nuovo Comandante dietro sottoscrizione di ricevuta, la quale deve essere inoltrata al Comando di Fortezza.